Il
CORSO GARIBALDI nei ricordi di mia sorella , l’antica Bia Majore tanto
cara al cuore di tutti i nuoresi, una via che è storia, anima, appartenenza,
identità… che tristezza vederla deserta e inanimata… la voglio ricordare
con immagini piene di vita, di gioia, di partecipazione…(le immagini del 1954
appartengono all’archivio di famiglia ).
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"Buon giorno, oggi c’è il sole ma anche la nebbia che ricopre come un velo
le cose.
Ieri sera, su Fb, ho visto una fotografia che mi ha stretto il cuore: il Corso
Garibaldi con le sue fioriere, i lastroni lucidi bagnati dalla pioggia, i
negozi chiusi, non si vedeva una persona, solo una grande solitudine e..un
fantasma che si percepiva in quel vuoto.
Era l’immagine che rappresentava il terribile momento che sta sconvolgendo le
nostre vite. Non più rumori di passi, suoni di voci, risate e colori.
Col pensiero vado a quei giorni così lontani, quando il Corso era pieno di
vita.
Frequentavo le superiori e, all’uscita di scuola, era d’obbligo la passeggiata
al Corso, una salita e una discesa, con le compagne e con i libri in mano
fermati da una striscia elastica colorata.
E poi,la domenica, con le amiche su e giù, con le nostre chiacchiere fatte di
sogni e di segreti da confidare, a cercare tra i vari volti quello del ragazzo
che ci piaceva. Noi con le nostre gonne a quadri,l e scarpe basse e il
cerchietto tra i capelli e con le note di "Tutti i frutti" urlate da
Little Richard che uscivano dal juke-box del bar Piero.
Era il tempo del rock e quella musica ti coinvolgeva, i tuoi piedi e tutto il
tuo corpo si muovevano seguendo il ritmo, provavi una sensazione di libertà.
A Carnevale il Corso era particolarmente affollato: bambini e adulti mascherati,
montagne di coriandoli che d’improvviso ti piovevano addosso, trombette, voci,
tanta gente e tanta allegria.
D’estate, in un giorno particolare d’agosto, il Corso era una tavolozza di
colori: i costumi dei paesi di tutta l’isola si riunivano per la Sagra del
Redentore.
Una folla variopinta riempiva la strada,tante voci, tante parlate diverse
animavano il Corso che era vivo, pulsava di umanità.
Di sera c’era la processione e si potevano ammirare i tanti costumi dell’isola
che sfilavano dietro al Vescovo.
Ai lati della via, tanta gente che li guardava e ogni anno era la stessa
meraviglia davanti alla bellezza di quei costumi e delle donne e uomini che li
portavano.
Ora quei tempi mi sembrano così lontani, ormai fanno parte del bagaglio dei
ricordi."
Marilena Floris
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